6.2. Sulle Scienze Politiche
L’uso, anzi l’abuso odierno del metodo scientifico nelle scienze umane è messo in luce in un dialogo all’inizio di “Leoni per Agnelli”, film del 2007 di Robert Redford.
L’uso, anzi l’abuso odierno del metodo scientifico nelle scienze umane è messo in luce in un dialogo all’inizio di “Leoni per Agnelli”, film del 2007 di Robert Redford (1936-vivente), tra un professore di scienze politiche ed uno studente molto brillante che da un po’ salta le sue lezioni.
Tod: Political science … Scienze politiche. Che c'è di scientifico a parte forse la psicologia su quante stronzate gli elettori inghiottiranno prima di accorgersene? La parte scientifica in realtà è solo su come vincere. Non su come governare o far star meglio la gente. E non importa quanto stupido, ipocrita o criminale devi sembrare per riuscirci...
Professore: fammi un esempio.
Tod: OK. I candidati presidenziali di oggi annunciano la candidatura in piedi, davanti ad una gran folla urlando a gran voce che non si candideranno per diventare presidente. È vero?
Professore: Si, è vero.
Tod: Sì? Che stronzata è?
Professore: è vecchia come il mondo.
Tod: no, io non credo. Lei mi ha preso quando studiavamo i filosofi antichi. I greci. Sul serio. Lei mi aveva preso. Erano fenomenali. Ad un certo punto, mi ha perso.
Professore: sei mai stato in Grecia? No? Altrimenti sapresti che il loro governo fa sembrare il nostro come una visione avveniristica dell'efficienza.
Tod: non è questo il punto? Se Socrate, Platone ed Aristotele non possono aggiustare le cose, che può fare un Tod qualsiasi?
Professore: lamentarsi? Mollare?
Tod: sa una cosa? Pagherò le tasse. D’accordo? Rispetterò tutti i semafori...
Professore: Io pensavo a qualche cosa di più importante.
Tod: Più importante come diventare deputato?
Professore: beh, quello è importante.
Tod: Oh, sì. Superlativo. Così poi divento come uno di quegli stronzi di Washington. E parlo di puri pezzi di merda che fanno le nostre leggi. Divento un giovane rampante che si fa una riga da una parte come tutti gli altri. Quello che non dice mai niente anche se non smette mai di parlare. Divento quello che fa la predica sulla morale mentre un'assistente gli fa un pompino sotto al tavolo. Quello che fa sparire milioni che non gli appartengono e poi sbraita come un predicatore quando lo beccano... E quanti non vengono beccati? Se questo è più importante dell'essere un uomo onesto con un lavoro onesto... è per questo che mi ha perso.
Professore: per poco non mi convinci.
Tod: di cosa?
Professore: che sai sul serio di cosa parli. Sei bravo a parole, Tod. Ma sai come potresti migliorare? Se dietro ci fosse un po' di cuore. Se fossero radicate in una qualche esperienza. Se tu avessi bussato a qualche porta. Leccato delle buste. Partecipato ad un maledetto comizio. Se ti fossi messo in prima linea in qualche modo significativo.
Tod: leccare buste? Questo mi metterebbe in prima linea?
Professore: sì, molto più che parlare e basta… Una volta questi colloqui erano il mio asso nella manica.
Tod: cos'è cambiato?
Professore: voi! Gli studenti che stanno difronte a me.
Tod: è che siamo più scaltri. Perché vediamo come vanno le cose. Perché non vogliamo morire per questi pezzi di merda.
Professore: perché mettete fra voi ed il mondo reale più distanza possibile. E questi pezzi di merda (a proposito, quante volte lo dirai ancora?) Si basano sulla vostra apatia. Si basano sulla vostra voluta ignoranza. Preparano strategie su di esse. Calcolano fino a che punto la faranno franca grazie ad essa.
Tod: allora mi incolpi di tutto. È colpa mia solo perché vorrei fare la bella vita. Perché posso. Perché sono così furbo da farlo. Vuole biasimarmi perché non voglio lavorare gomito a gomito con lei in un'inutile cooperativa di campagna? Lei parla esattamente come i miei genitori che non fanno che ripetermi che mi hanno dato una vita migliore e poi si lamentano perché so godermela.
Professore: a che serve una Mercedes da 90mila dollari se manca la benzina? Se le strade e le autostrade sono disastrate come quelle del terzo mondo? Se la tua storia sul Congresso e sui politici è vera, se le cose vanno male come dici che vanno, con migliaia di soldati morti ed altri ancora che muoiono mentre noi parliamo, come fai a goderti la vita? Roma brucia ed il problema non è chi ci ha portato a questo. Loro sono irrecuperabili. Il problema siamo noi. Tutti noi che non facciamo niente. Che ci trastulliamo. Che manovriamo per stare ai margini delle fiamme. E ti dirò che ci sono persone là fuori che ogni giorno nel mondo lottano perché le cose migliorino.
Tod: secondo lei è meglio provare e non riuscire che non riuscire a provare.
Professore: sì.
Tod: Ma qual è la differenza se il risultato non cambia?
Professore: almeno hai fatto qualcosa!1
Questa scena si svolge alle 7 del mattino presso un’università americana sulla costa occidentale. Frattanto a Washington sono le 10 ed un senatore riceve una giornalista per annunciarle una nuova strategia di guerra in Afghanistan: istituire tanti piccoli avamposti per contendere il controllo del territorio ai talebani. Una strategia già tentata inutilmente in Vietnam, come obietta subito la giornalista. Un esempio di “stronzate” per “gli elettori” raccontata dal senatore per essere rieletto. Nel frattempo, in Afghanistan sono le 18:00 passate ed una squadra delle truppe speciali americane si prepara a partire in elicottero per creare uno di questi avamposti. L’elicottero è però abbattuto dai talebani e sopravvivono due soli soldati, ex allievi del professore di prima che, in un colloquio come quello con Tod, gli avevano annunciato di volersi arruolare per provare a fare qualche cosa di importante ed avevano perseverato sebbene lui li sconsigliasse. I due combattono finché restano senza munizioni. A quel punto fingono di attaccare i talebani come nella scena finale di Butch Cassidy2 per essere uccisi, dimostrando di nuovo che la strategia di creare avamposti è fallimentare. Anzi, che una guerra non risolve mai nulla. Nel frattempo, la giornalista sente di essere usata dal senatore per farsi pubblicità. Lo riferisce al suo capo che però la invita a scrivere comunque l’articolo perché l’importante è vendere, anche a costo di scrivere “stronzate”.
La cosa interessante di questo film è che è uscito alla vigilia dei fatti raccontati nel prossimo paragrafo, che deve essere letto alla luce della definizione disincantata di scienze politiche di questo: “Scienze politiche. Che c'è di scientifico a parte forse la psicologia su quante stronzate gli elettori inghiottiranno prima di accorgersene? La parte scientifica in realtà è solo su come vincere. Non su come governare o far star meglio la gente. E non importa quanto stupido, ipocrita o criminale devi sembrare per riuscirci”. Uno dei tanti esempi della lucidità con cui gli artisti ci aiutano a leggere la Realtà.
Da “Leoni per agnelli” (Lions for Lambs) di Robert Redford, USA, 2007
Da “Leoni per agnelli” (Lions for Lambs) di Robert Redford, USA, 2007
Da “Butch Cassidy” (Butch Cassidy and the Sundance Kid) di George Roy Hill, USA, 1969